
Stella vince il contest “Credici Sempre”... e si racconta
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03/07/2025 | lorenzotiezzi
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Vincere un contest è sempre un traguardo. Ma vincere “Credici Sempre”, il concorso dedicato a Michele Merlo, ha un valore ancora più intimo: è un atto di fiducia, un piccolo rito di passaggio tra chi scrive per mostrarsi e chi scrive per esistere. Stella ha fatto entrambe le cose, senza compromessi. Con Iride, singolo pubblicato con il sostegno di Universal, ha scelto una strada poco battuta: niente tendenze, niente algoritmi, solo parole che arrivano da dentro.
Cosa significa oggi per un'artista emergente vincere un contest come “Credici Sempre”? È un trampolino o è più una conferma personale?
Credo sia entrambe le cose, è una grande soddisfazione ma anche un grande traguardo, perché è stata una situazione intima e forse una delle più sincere a cui abbia partecipato.
“Iride” è uscita con il sostegno di Universal. Ti fa più paura o più orgoglio stare in un sistema così grande?
Io direi che si tratta di un grandissimo orgoglio, in queste situazioni la paura non mi ha mai travolta, anzi sono sempre stata spronata da me stessa a spingere ancora più in alto
Oggi molti artisti si affidano ai trend o agli algoritmi. Tu invece scegli una scrittura quasi antica, più vicina alla canzone d'autore. È una scelta consapevole o solo istintiva?
È entrambe, io non voglio fare della mia musica un trend. Per me la musica è una cosa legata all'anima, non può essere associata a dei banali algoritmi. Dunque, diviene anche istintiva a quel punto
Cosa pensi delle canzoni che parlano di disagio solo per essere “vicine al pubblico”?
Il disagio, che anche io tratto nelle mie canzoni, secondo me deve essere condiviso in sincerità, se un'artista tratta del disagio ma non sa che cosa parla, automaticamente quella vicinanza al pubblico non si sente e scade tutto nel superficiale
Se domani ti proponessero un featuring con un big del mainstream, diresti subito sì o avresti paura di perdere qualcosa? Ma soprattutto, con chi ti piacerebbe collaborare?
Dipende quale dei big, ci sono tanti ragazzi al giorno d'oggi che sono molto qualificati a mio parere, nel panorama italiano ad esempio c'è Olly, oppure Coca Puma, prima fra tutte Serena Brancale.
La tua musica ha un'identità forte. Ma c'è un genere che sogni di esplorare anche se oggi sembra lontano da te?
Mi piacerebbe molto esplorare la musica africana, i canti folcloristici, ancora di più il gospel. Anche la musica araba ha un sapore alquanto affascinante per me
Oltre a “Iride”, hai altri pezzi che senti urgenti? Hai già iniziato a costruire un primo disco?
Mi piacerebbe, ma ancora non ho in mente un disco. Per quanto riguarda nuovi brani ne ho ancora moltissimi nel cassetto e sono pronti per essere pubblicati.
Cosa significa oggi per un'artista emergente vincere un contest come “Credici Sempre”? È un trampolino o è più una conferma personale?
Credo sia entrambe le cose, è una grande soddisfazione ma anche un grande traguardo, perché è stata una situazione intima e forse una delle più sincere a cui abbia partecipato.
“Iride” è uscita con il sostegno di Universal. Ti fa più paura o più orgoglio stare in un sistema così grande?
Io direi che si tratta di un grandissimo orgoglio, in queste situazioni la paura non mi ha mai travolta, anzi sono sempre stata spronata da me stessa a spingere ancora più in alto
Oggi molti artisti si affidano ai trend o agli algoritmi. Tu invece scegli una scrittura quasi antica, più vicina alla canzone d'autore. È una scelta consapevole o solo istintiva?
È entrambe, io non voglio fare della mia musica un trend. Per me la musica è una cosa legata all'anima, non può essere associata a dei banali algoritmi. Dunque, diviene anche istintiva a quel punto
Cosa pensi delle canzoni che parlano di disagio solo per essere “vicine al pubblico”?
Il disagio, che anche io tratto nelle mie canzoni, secondo me deve essere condiviso in sincerità, se un'artista tratta del disagio ma non sa che cosa parla, automaticamente quella vicinanza al pubblico non si sente e scade tutto nel superficiale
Se domani ti proponessero un featuring con un big del mainstream, diresti subito sì o avresti paura di perdere qualcosa? Ma soprattutto, con chi ti piacerebbe collaborare?
Dipende quale dei big, ci sono tanti ragazzi al giorno d'oggi che sono molto qualificati a mio parere, nel panorama italiano ad esempio c'è Olly, oppure Coca Puma, prima fra tutte Serena Brancale.
La tua musica ha un'identità forte. Ma c'è un genere che sogni di esplorare anche se oggi sembra lontano da te?
Mi piacerebbe molto esplorare la musica africana, i canti folcloristici, ancora di più il gospel. Anche la musica araba ha un sapore alquanto affascinante per me
Oltre a “Iride”, hai altri pezzi che senti urgenti? Hai già iniziato a costruire un primo disco?
Mi piacerebbe, ma ancora non ho in mente un disco. Per quanto riguarda nuovi brani ne ho ancora moltissimi nel cassetto e sono pronti per essere pubblicati.
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