NIGHTGUIDE INTERVISTA DAVIDE BUZZI

NIGHTGUIDE INTERVISTA DAVIDE BUZZI

 “Te Ne Vai” è il singolo che lancia il nuovo progetto discografico del cantautore svizzero italiano DAVIDE BUZZI.
Il brano è estratto dal disco “Non ascoltare in caso d'incendio”, primo episodio di una trilogia pubblicata a scadenze regolari dal 2017 al 2019.
 
“Te ne vai” è un richiamo sul senso della responsabilità individuale in una realtà quotidiana che risulta sempre più difficile da vivere e affrontare. Al giorno d'oggi, sempre più internet dipendente, sono i social a calare le istruzioni sul nostro modo di vivere. In un mondo dove le persone sono sempre più interconnesse fra loro e dove non è permesso il lusso dell'irrintracciabilità, paradossalmente tutti ci ritroviamo sempre più preda della nostra solitudine, in quanto non più in grado di interagire attraverso il contatto umano diretto fatto di un "ciao come ti chiami?" e di una stretta di mano.
Per Davide Buzzi questo brano ha un significato anche più profondo e legato alla sua battaglia contro la malattia. Il cantautore svizzero da cinque anni combatte contro una rarissima forma tumorale e “Te ne vai” vuole anche essere il suo grido di battaglia, un incitamento a se stesso a non perdere il coraggio.
 
Lo abbiamo intervistato.
 


Ciao Davide, raccontaci la genesi di “TE NE VAI”
"TE NE VAI" è una canzone che in realtà ho scritto nel 1992 e che fino ad oggi è sempre rimasta nel cassetto.
Quando verso la fine delle registrazioni dell'album con Alex Cambise ci siamo posti la domanda su quale fosse il pezzo da lanciare come singolo ci siamo accorti che tutti brani contenuti in questo lavoro potevano essere dei singoli potenziali, ma che nel contempo nessuno di loro fossro abbastanza "cattivi".
Allora sono andato a spulciare fra i provini che in questi trent'anni di carriera avevo realizzato ed ecco che "TE NE VAI" e riemersa e subito abbiamo capito che quello era il singolo giusto.
Questa canzone parla racconta di chi ha la brutta abitudine di girarsi dall'altra parte per non affrontare i problemi, come anche di coloro che pensano unicamente al proprio orticello senza occuparsi di quello che li circonda perché non hanno il coraggio delle proprie azioni o magari lo hanno perso per strada. "TE NE VAI" vuole quindi essere anche un richiamo sul senso della responsabilità individuale in una realtà quotidiana che risulta sempre più difficile da vivere e affrontare. In questo mondo, sempre più internet dipendente, sono i social a calare le istruzioni sul nostro modo di vivere, le persone sono sempre più interconnesse fra loro e non è più permesso il lusso dell'irrintracciabilità. Ecco che allora paradossalmente tutti ci ritroviamo sempre più preda della nostra solitudine, in quanto non più in grado di interagire attraverso il contatto umano diretto fatto di un "ciao come ti chiami?" e di una stretta di mano.


Come ci presenteresti il tuo disco “Non ascoltare in caso d'incendio”?
È un lavoro complesso nel suo insieme, ma dall'ascolto semplice e diretto. Tutte le canzoni sono dei piccoli racconti, delle storie nelle quali ognuno di noi ci si può benissimo ritrovare. Tutti abbiamo delle avventure da raccontare e spesso non ci rendiamo conto che questi nostri vissuti in fondo sono simili a quelli di molte altre persone. Ecco le mie canzoni parlano di tutti noi, dei nostri dolori, della storia di coloro che ci hanno preceduti, di rabbia, di guerra e di amore.
I testi e le musiche di quasi tutti i brani di questo album sono miei, esclusi naturalmente CANZONE D'ADDIO, brano inedito del cantautore veneto, ma milanese d'adozione, Massimo Priviero, la rivisitazione di “A muso duro”, storico brano di Pierangelo Bertoli. Gli arrangiamenti invece sono di Alex Cambise.
Per tutta l'opera mi sono avvalso della collaborazione di una band di apprezzati musicisti italiani e di tutta una serie di ospiti speciali come Massimo Priviero, Dario Gay e il songwriter australiano Jason Kemp.


Fa parte di una trilogia?
Si! "Non ascoltare in caso d'incendio" è parte di un progetto ben più articolato; è infatti la prima parte di una trilogia che vedrà la luce a scadenze regolari fra il 2017 e il 2019.


Quanto può essere d'aiuto la musica per chi soffre?
La musica certamente può essere di grande aiuto per chi sta affrontando il difficile percorso della sofferenza, un aspetto della vita che può avere molteplici origini e che può essere sia fisica che mentale. Quanto ci perdiamo nell'ascolto di un brano che ci piace o ci cimentiamo nella scrittura di una nuova canzone, ecco che il mondo cambia colore e tutto sembra meno difficile, le difficoltà diventano superabili e la qualità di vita ne ha giovamento. Per questo fare e ascoltare musica è non solo bello, ma pure rigenerante per il corpo e per lo spirito.
In realtà sei anche un fotografo. Musica e fotografia possono formare un connubio?
Lo sono di natura. La fotografia la trasposizione su carta o su un altro supporto di immagini reali, la musica la trasposizione su carta o su un altro supporto di immagini della mente.


E sei anche giornalista: dove si trova la differenza tra le tue diverse modalità di scrivere?
Fare giornalismo è raccontare fatti e avvenimenti della realtà quotidiana, mantenendo sempre una corretta imparzialità e magari anche la giusta distanza dall'avvenimento che si sta raccontando. È cronaca.
Purtroppo al giorno d'oggi tanta gente si improvvisa giornalista, improvvisa testate e/o portali internet e improvvisa notizie, spesso stravolgendo la realtà e ancora più spesso inventando di sana pianta. Questo non è più giornalismo, è spazzatura!
Bisogna separare sempre le diverse modalità di espressione; un giornalista serio racconta la verità, anche se magari scomoda e contraria al suo pensiero, un cantautore serio racconta emozioni, storie inventate e qualche volta un po' di verità.
Non è difficile, basta essere seri e sapere perfettamente cosa si sta facendo.


Parlaci delle tue più belle esperienze sui palchi.
In questi trent'anni ho girato un po' l'Europa per portare le mie canzoni e una volta sono persino approdato negli Stati Uniti, per partecipare alla cerimonia di premiazione dei NAMMY Award, una sotto categoria dei Grammy dedicata alla musica del popolo dei Nativi Americani, dove una mia canzone incisa del cantautore americano Jimmy Lee Young, dal titolo "The She Wolf", era stata nominata. Certamente ricordo con piacere tutti i palchi, ma se devo estrapolare qualche momento particolare, le esperienze che più porto nel cuore sono il concerto al "Villaggio Trieste" di Montevago, in Sicilia, la tournè del 1999 in Svezia, il recente mini tour in Albania e qualche altra esperienza ancora.


Hai lavorato in ambito spesso internazionale: quale è stata la collaborazione più interessante?
Ho scritto canzoni per alcuni artisti americani e per il songwriter australiano Jason Kemp, che tra l'altro in "Non ascoltare in caso d'incendio" mi ha restituito 'il piacere e l'onore' affidandomi la sua bellissima "On the road". Con Jimmy Lee Young è stato molto entusiasmente in quanto la nostra canzone "The She Wolf", prodotta tra l'altro da Felipe Rose (membro storico dei Village People), ha raccolto diverse nomination in USA, mentre con Yolanda Martinez ho condiviso il mio brano "The Bridge", una canzone contro la guerra divenuto uno dei cavalli di battaglia della cantante apache. 


E quali sono i tuoi prossimi progetti?
Rimettermi in salute. In da un po' di tempo non sto molto bene e questo cambia un po' le priorità. Inoltre ho appena terminato di scrivere due romanzi, che spero di pubblicare presto, e sto per terminarne un terzo. Inoltre devo portare a conclusione i due capitoli mancanti de La Trilogia, se no che razza di trilogia sarebbe?
 

davide buzzi, intervista, non ascoltare in caso d'incendio

Articoli correlati

Interviste

Intervista a Simon Schiele, autore del romanzo “Jäck atto III: La Stirpe Antica”.

21/03/2024 | Bookpress

Simon schiele è nato a torino nel 1996; nonostante la sua giovane età, ha già all'attivo cinque romanzi. L'autore ha mantenuto la promessa fatta al sé stesso bambino:...

Interviste

Intervista ad Alessandro Niccoli, autore del romanzo “La Ragazza che abbandonò il Destino”.

07/03/2024 | Bookpress

Alessandro niccoli è nato a s. Miniato nel 1968 ed è un avvocato e scrittore. Da sempre si batte contro le discriminazioni, e in favore dell'ambiente e degli animali; i...

Interviste

Intervista a Rosalba Trabalzini, autrice del saggio “La rabbia. Analisi di cinque casi di violenza”.

15/02/2024 | Bookpress

Rosalba trabalzini è nata a roma nel 1950 e lavora in ambito psichiatrico fin dal 1969; ha iniziato come infermiera psichiatrica e poi si è specializzata come psicologo...

424677 utenti registrati

17083422 messaggi scambiati

17544 utenti online

27948 visitatori online